Presentazione inventario storico a Città Sant'Angelo

XII Settimana della Cultura
Presentazione dell'inventario: "Il tempo ritrovato: l'archivio storico del Comune di Città Sant'Angelo (1341-1970)",
Città Sant'Angelo,
Sala consiliare -  24 aprile 2010 ore 10.00

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Martedì 03 Dic 2024
Presentazione

Le prime proposte ferroviarie in Abruzzo alla vigilia dell’Unità (pannello n. 3), che avevano gli obiettivi di rendere più efficaci i collegamenti tra Napoli e L’Aquila e di creare strutture comunicative nel territorio fra il Tronto e il Pescara, sono adeguatamente riportate dalle cinque testimonianze riprodotte presso gli Archivi di Stato di Chieti e di Teramo: ne è un esempio la lettera del 1855 inviata dal Comune di Cugnoli al re Ferdinando per ringraziarlo della concessione data per la realizzazione della ferrovia da Napoli al Tronto e della linea fino a Teramo (doc. n.9) o dalla missiva che l’intendente di Abruzzo Ultra I scrive, sempre nel 1855, al Ministero dei Lavori Pubblici, con cui anche i decurioni dei Comuni di Atri, Montepagano, Alanno, Pescosansonesco e Cugnoli ringraziano per la concessione accordata al barone Panfilo de Riseis per la ferrovia degli Abruzzi (doc. n. 10). Tuttavia è l’Elogio del barone di Crecchio Panfilo de Riseis senatore del Regno, opuscolo a stampa scritto nel 1883 da Pietro Saracenico (doc. n. 14) conservato presso la sezione di Archivio di Stato di Lanciano, il documento in cui si esprime il grande impegno profuso dal De Riseis per lo sviluppo delle ferrovie in Abruzzo. Questi, insieme con il ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe De Vincenzi, fu una delle prime personalità della regione a proporre la questione ferroviaria in Abruzzo nel XIX secolo.

Le immagini riprodotte nel pannello n. 4, datate dal 1863 al 1944, raccontano momenti emblematici della ferrovia adriatica. Il Governo affidò la costruzione della linea alla Società Strade Ferrate Meridionali che già dal 1861 rese attivo il tronco da Rimini ad Ancona; due anni dopo la linea era operativa fino a Pescara mentre, fra il 1865 e il 1866, si viaggiava fino a Brindisi e Lecce. Dei documenti esposti risultano di sicuro interesse quelli riprodotti dal Giornale di Napoli del 1863 (docc. nn. 16, 17) in cui si pubblicano gli indennizzi dovuti a privati cittadini per danni causati in momenti vari della costruzione della ferrovia; singolare l’esposto del 27 ottobre 1964 al prefetto [di Chieti] in cui Tommaso Bocchini, proprietario di un fondo in Torino del Sangro, correda le sue motivazioni riguardo i danni arrecati alla sua proprietà per la costruzione della ferrovia con un disegno a colori in cui indica con dovizie di particolari gli elementi e la dinamica dell’inconveniente subito (doc. n. 19).

Gli atti del Novecento raccontano l’importanza di momenti inerenti la quotidianità socio-economica del periodo. Ne è un esempio il doc. 21 che riguarda la richiesta fatta dal presidente della Provincia di Teramo, nel 1905, al ministro dei Lavori Pubblici per il potenziamento, nella linea adriatica, di vagoni per il trasporto di uva durante la campagna vinicola. Infine, si segnala la corrispondenza (docc. nn.22, 23) che tra febbraio e marzo 1944 informa delle vittime, dei danni subiti dalla linea ferroviaria adriatica e da alcuni impianti in prossimità di Tortoreto in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

 

 
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