Le prime proposte ferroviarie in Abruzzo alla vigilia dell'Unità Stampa

Gli studiosi dei primi progetti ferroviari dovettero confrontarsi con una regione difficile da penetrare per l’asprezza delle montagne e per i notevoli salti di quota, con una rete stradale tortuosa e insufficiente, di poco supporto agli stessi lavori di costruzione ferroviaria, infine con un popolo abituato all’isolamento e a muoversi, non tanto per motivi di ordine commerciale, quanto per raggiungere regioni ove offrire braccia per lavorare.
Il ministro dei Lavori Pubblici Giuseppe De Vincenzi fu il primo che, nel 1846, propose la questione ferroviaria anche in Abruzzo. Il barone Panfilo De Riseis, nel 1853, richiedeva la concessione per la costruzione di una ferrovia da Napoli per Ceprano, per Popoli, per Teramo e per San Severo in Puglia. Questa linea avrebbe dovuto collegare Napoli con i porti di Ortona e Pescara. Uno degli obiettivi era quello di modernizzare le relazioni tra Napoli e L’Aquila e di infrastrutturare la costa adriatica fra il Tronto ed il Pescara. Il progetto non ebbe gran fortuna, per ragioni di diverso ordine, non esclusa la scarsa lungimiranza del Governo borbonico.

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